venerdì 11 luglio 2014

Talami Orsogna, una storia che arriva dal Medioevo

La storia del Talami affonda nel passato, nel medioevo.
Se ne ha traccia già nel 1350, attraverso un documento, copia di un precedente del 1270.
I talami erano in uso per dare la possibilità a chi, per analfabetismo non era in grado di leggere la bibbia, di conoscerla, attraverso le "Sacre Rappresentazioni dei Talami".
Per quanti potessero pensare che i Talami siano qualcosa di solo locale, di Orsogna, va detto che in realtà era diffuso in tutto il mondo allora conosciuto. Si ha infatti documentazione di questa diffusione in Inghilterra, Francia, Spagna, in ciò che oggi chiamiamo Germania, ma non solo.

Nel Medioevo, tra il XI e il XV secolo si passa dal coro delle chiese, al sagrato e poi alla strada. Nel XII secolo, queste rappresentazioni drammatiche hanno già acquisito una grande estensione e vi sono spettacoli in lingua volgare, ormai indipendenti dalle cerimonie religiose propriamente dette. La chiesa offre alla popolazione delle feste-spettacolo di diversi giorni destinate a far vivere la Storia Santa davanti a un pubblico incolto, completando così l'opera di insegnamento dei bassorilievi e delle vetrate. In Inghilterra, ad alcuni spettacoli sono incaricati le corporazioni degli artigiani. Ai Miracoli (vite dei santi) che sono rappresentati nei luoghi specificamente dedicati a tale o a tal'altra personalità del martirologio, succedono i « Misteri » dove l'azione si svolge tra la bocca dell'Inferno e la mansione che simboleggia il Paradiso. In Francia, il « teatro» rappresenta diversi luoghi giustapposti e l'aspetto scenografico ha una funzione sempre più importante. In Inghilterra, i quadri viventi o pageants potevano essere rappresentati su dei podi, trasportati con veicoli attraverso la città, ma è possibile che una parte dell'azione si svolgesse anche nella strada davanti ai cavalletti che servivano per lo scenario.
I testi e la durata dei misteri potevano essere molto lunghi: 30.000, 40.000 o addirittura 60.000 versi. I personaggi interpretati potevano numericamente essere 100, 200 e anche 500, senza contare le comparse. Poteva trascorrere una settimana tra le due parti dello stesso spettacolo, che si tenevano spesso nel pomeriggio domenicale. Gli attori volontari non professionisti si riunivano in confraternite. Poteva accadere per esempio che una famiglia di artigiani si trasmettesse di padre in figlio il ruolo del Cristo (o quello di Giuda) nel Mistero della passione. Per la gente della classe media, artigiani, e preti (essendo annullata la differenza del rango sociale in queste occasioni), era un onore invidiabile prendervi parte, sottoponendosi per giunta a un gravoso lavoro. In alcune "passioni" l'attore che impersonava Cristo doveva recitare quasi 4000 versi. Inoltre, la scena della crocifissione doveva durare come se avvenisse in tempo reale. Si racconta che nel 1437 il curato Nicolle, che stava impersonando la parte di Cristo a Metz, stava sul punto di morire sulla croce, se in tutta fretta non lo si fosse rianimato. Durante la stessa rappresentazione un altro prete, Jehan de Missey, che stava interpretando la parte di Giuda, rimase appeso così a lungo che il suo cuore cedette; fu necessario tagliare la corda che lo legava e portarlo giù.
I misteri si possono dividere in tre cicli:
I misteri sacri: soggetti biblici, tratti dall'Antico e dal Nuovo Testamento.
I misteri religiosi: tratti in maggior parte dalle vite dei santi, dai miracoli che hanno preso la forma del mistero.
I misteri profani: che hanno per soggetto temi tratti dalla Storia.
Ma andiamo per gradi.



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